INPGI E LAVORO GIORNALISTICO
 
ufficio stampa - riqualificazione del rapporto da co.co.co. a subordinato
Tribunale Di Roma,   Sezione lavoro,   01/10/2015,   n.8215

Il Tribunale di Roma interviene sul tema delle sanzioni applicabili in caso di riqualificazione del rapporto di lavoro (da collaborazione coordinata e continuativa a lavoro subordinato) all'interno di un Ufficio Stampa Regionale rimarcando come, in tal caso, non sia possibile parlare di incertezze sulla natura dei rapporti di lavoro. L’ordinamento, infatti, disciplina l’ipotesi di incertezza nella qualificazione giuridica dei rapporti, ma la riconnette a contrasti negli orientamenti giurisprudenziali o amministrativi in ordine alla normativa di riferimento e non ad una personale attività di valutazione giuridica da parte del datore di lavoro. In questo senso, la pronuncia in commento non condivide il principio fissato dalla Cassazione con la sentenza n. 1476 del 2015, anche perché si allontana dal solco dell’orientamento più rigoroso della Suprema Corte, seguito dall’Istituto e ribadito da altre pronunce recenti
 
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INPGI E LAVORO GIORNALISTICO

ufficio stampa - riqualificazione del rapporto da co.co.co. a subordinato
Tribunale Di Roma,   Sezione lavoro,   01/10/2015,   n.8215

Il Tribunale di Roma interviene sul tema delle sanzioni applicabili in caso di riqualificazione del rapporto di lavoro (da collaborazione coordinata e continuativa a lavoro subordinato) all'interno di un Ufficio Stampa Regionale rimarcando come, in tal caso, non sia possibile parlare di incertezze sulla natura dei rapporti di lavoro. L’ordinamento, infatti, disciplina l’ipotesi di incertezza nella qualificazione giuridica dei rapporti, ma la riconnette a contrasti negli orientamenti giurisprudenziali o amministrativi in ordine alla normativa di riferimento e non ad una personale attività di valutazione giuridica da parte del datore di lavoro. In questo senso, la pronuncia in commento non condivide il principio fissato dalla Cassazione con la sentenza n. 1476 del 2015, anche perché si allontana dal solco dell’orientamento più rigoroso della Suprema Corte, seguito dall’Istituto e ribadito da altre pronunce recenti