La volontà negoziale non può incidere sul fatto costitutivo dell’obbligazione contributiva, nemmeno quando le parti risolvono con un contratto di transazione la controversia insorta in ordine al rapporto di lavoro. Di conseguenza l’indagine del giudice di merito sulla natura retributiva o meno di determinate somme erogate al lavoratore dal datore di lavoro non trova alcun limite nel titolo formale di tali erogazioni e neanche in presenza di una transazione intervenuta a seguito di lite giudiziaria.
E’ quanto ribadito dalla Corte di Cassazione, secondo la quale l’assoggettabilità a contribuzione resta la regola e l’esclusione un’eccezione, che, in base a quanto disposto dall’art. 2697, comma 2°, c.c., deve essere provata da chi intende farla valere quale fatto impeditivo, modificativo o estintivo dell’obbligo contributivo.
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