INPGI E LAVORO GIORNALISTICO
 
addetto stampa: mansioni proprie professione giornalistica e obbligo contributivo inpgi
Corte d'Appello di Roma,   Sezione Lavoro,   23/08/2021,   n.2682

La redazione di comunicati stampa, il monitoraggio delle agenzie allo scopo di fornire precisazioni su eventuali informazioni errate, la cura delle relazioni con i media, il supporto al management durante le conferenze stampa, la stesura di testi informativi, la revisione di testi tecnici per renderli più divulgativi: sono tutte attività da ricondurre alla professione giornalistica. Lo ha ribadito la Corte d’Appello di Roma, confermando l’esito del giudizio di primo grado tra l’INPGI e un’azienda privata relativamente alla natura dell’attività svolta da alcuni addetti stampa, richiamando il recentissimo pronunciamento delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 14391 del 29.7.2021), secondo cui l’obbligo assicurativo presso l’I.N.P.G.I. ricorre nei casi in cui, a prescindere dal CCNL applicato e dall’inquadramento aziendale, concorrano le seguenti condizioni: a) iscrizione all’Albo dei giornalisti (elenco professionisti, elenco pubblicisti e/o registro praticanti); b) svolgimento di attività lavorativa riconducibile a quella professionale giornalistica. Dunque, il giornalista (professionista, pubblicista e/o praticante) che svolga attività di lavoro subordinato riconducibile a quella della professione giornalistica, ai fini della tutela previdenziale, è obbligatoriamente iscritto all’I.N.P.G.I. La Corte d’appello ha riconosciuto che le mansioni svolte riguardavano la comunicazione non del prodotto bensì dei temi relativi a ricerca, sviluppo, innovazione e sostenibilità, escludendo quindi una connotazione di marketing aziendale, anche in considerazione del fatto che nell’elaborazione e stesura dei comunicati stampa i giornalisti non si limitavano a recepire acriticamente le informazioni tecniche fornite dalle divisioni interessate, ma intervenivano sul testo – con attività tipica di “mediazione intellettuale” – rielaborandolo in modo da renderlo chiaro al lettore, per poi inoltrare il comunicato stampa ai giornalisti ed inserirlo sul sito web della Società.
 
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INPGI E LAVORO GIORNALISTICO

addetto stampa: mansioni proprie professione giornalistica e obbligo contributivo inpgi
Corte d'Appello di Roma,   Sezione Lavoro,   23/08/2021,   n.2682

La redazione di comunicati stampa, il monitoraggio delle agenzie allo scopo di fornire precisazioni su eventuali informazioni errate, la cura delle relazioni con i media, il supporto al management durante le conferenze stampa, la stesura di testi informativi, la revisione di testi tecnici per renderli più divulgativi: sono tutte attività da ricondurre alla professione giornalistica. Lo ha ribadito la Corte d’Appello di Roma, confermando l’esito del giudizio di primo grado tra l’INPGI e un’azienda privata relativamente alla natura dell’attività svolta da alcuni addetti stampa, richiamando il recentissimo pronunciamento delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 14391 del 29.7.2021), secondo cui l’obbligo assicurativo presso l’I.N.P.G.I. ricorre nei casi in cui, a prescindere dal CCNL applicato e dall’inquadramento aziendale, concorrano le seguenti condizioni: a) iscrizione all’Albo dei giornalisti (elenco professionisti, elenco pubblicisti e/o registro praticanti); b) svolgimento di attività lavorativa riconducibile a quella professionale giornalistica. Dunque, il giornalista (professionista, pubblicista e/o praticante) che svolga attività di lavoro subordinato riconducibile a quella della professione giornalistica, ai fini della tutela previdenziale, è obbligatoriamente iscritto all’I.N.P.G.I. La Corte d’appello ha riconosciuto che le mansioni svolte riguardavano la comunicazione non del prodotto bensì dei temi relativi a ricerca, sviluppo, innovazione e sostenibilità, escludendo quindi una connotazione di marketing aziendale, anche in considerazione del fatto che nell’elaborazione e stesura dei comunicati stampa i giornalisti non si limitavano a recepire acriticamente le informazioni tecniche fornite dalle divisioni interessate, ma intervenivano sul testo – con attività tipica di “mediazione intellettuale” – rielaborandolo in modo da renderlo chiaro al lettore, per poi inoltrare il comunicato stampa ai giornalisti ed inserirlo sul sito web della Società.